giovedì 14 giugno 2018

Il problema è che ti amo (Jennifer L. Armentrout) - Recensione

Da quattro anni, il silenzio è lo scudo che la protegge dal resto del mondo. Circondata dall'affetto dei nuovi genitori adottivi, Mallory Dodge ha cercato di superare i traumi del passato, di convincersi di non avere più bisogno di essere invisibile, ma le cicatrici dell’anima bruciano ancora e non le permettono di dimenticare. Ecco perché dover frequentare l'ultimo anno di liceo in una scuola pubblica, dove sarà costretta a uscire dal guscio, la terrorizza. Tuttavia è proprio a scuola che accade l’inaspettato: tra i suoi nuovi compagni c’è Rider Stark, l’unico raggio di sole nella sua infanzia da incubo, il ragazzo che in più di un'occasione l'ha protetta dalla violenza del padre affidatario. Rider però è cambiato: ha un atteggiamento arrogante, una pessima reputazione e pare che sia invischiato in una rete di cattive compagnie. Anche se, dietro quella maschera da sbruffone, Mallory riconosce ancora il suo eroe d’un tempo... un eroe per di più molto affascinante.
Eppure gli anni trascorsi lontano da Mallory hanno segnato profondamente Rider, che ben presto si troverà davvero nei guai. E Mallory sarà la sola a poter fare la differenza. Ma riuscirà a far sentire la propria voce e a battersi per il ragazzo che ama, o la paura la farà tacere per sempre?

Recensione


Non vi nego che mi aspettavo molto di più da questo romanzo, dato che adoro quest’autrice.
Questo non significa che sia insipido o che ve lo sconsigli, ma solo che se cercate una lettura ricca di colpi di scena, avvincente o da batticuore, allora questo romanzo non fa per voi.
Il ritmo è molto lento, anche se quasi mai noioso, incentrato tutto sull’evoluzione psicologica di Mallory e un po’ di Rider, due ragazzi che si ritrovano al liceo insieme dopo quattro anni senza vedersi.
In realtà i due hanno un intero passato condiviso nella stessa casa famiglia dove sono stati vittime di soprusi, violenze, condizionamenti psicologici terribili (tra cui quello che spinge sempre Mallory a non far rumore e che le causa molti problemi a parlare e a stare a contatto con gli altri, tanto che Rider la chiama Pesce).
Dopo un gravissimo incidente, Mallory viene portata via da quella famiglia da piccola e trova persone meravigliose che decidono di adottarla, ma Rider sparisce dalla sua vita, proprio colui che ha preso botte per lei, che la difendeva da tutto e da tutti, che la proteggeva nonostante fosse così piccolo, ma che alla fine ha vissuto una giovinezza intera pieno di sensi di colpa per non aver fatto di più per Mallory e rassegnato dalla consapevolezza che nessuno lo vorrà mai.
Il dolore, le difficoltà a relazionarsi, fare qualsiasi cosa che noi consideriamo normale ma che per Mallory sono cose difficilissime come il semplice salutare, il superare certi traumi fanno da padrone in tutto il romanzo.
Questo non è un romanzo d’amore ma di crescita personale, quindi tutto ruota su questo, sulle piccole vittorie e sconfitte quotidiane di Mallory, sul ritrovamento del suo caro amico e del suo rapporto con i genitori adottivi che non vuole deludere.

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