mercoledì 12 marzo 2025

Nuovo romanzo: Protect Me (primo capitolo)


 Fleur ha perso tutto: amici, fidanzato e il suo sogno di diventare una ballerina professionista.
L’unica cosa che le rimane è ricominciare da capo. Per questo decide di trasferirsi a Richmond dove abitano suo padre e suo fratello.
Tre regole: niente feste, niente ragazzi e niente pazzie.
Ma Fleur ha le sue regole e quando inizia a infrangere quelle della sua famiglia, scoprirà che suo fratello non sarà l’unico cane da guardia che le starà addosso. Anche il suo migliore amico, Reed Kalechi, farà di tutto pur di proteggerla.
Reed non ha regole, ma confini. Limiti che non deve mai superare se non vuole cadere all’inferno.
Non avrebbe mai immaginato che la sorella del capitano della squadra di calcio, avrebbe fatto a pezzi le sue difese con la sua dolcezza.
Ora l’unica cosa che gli rimane è sopravvivere e tenere alla larga Fleur, prima che possa cadere nel suo inferno e scoprire che il mondo non è un posto sempre sicuro.

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 1. FLEUR



«Bentornata a casa, pulcino.» Bastano queste semplici parole per farmi scoppiare in lacrime.
Due forti braccia mi circondano, facendomi sentire protetta e amata, come non mi sentivo da tanto tempo.
«Ehi», si allarma mio fratello.
«Mi sei mancato tanto», rispondo tra i singhiozzi, intensificando l’abbraccio. Improvvisamente il peso di questi ultimi mesi diventa insopportabile e quando Declan inizia ad accarezzarmi la schiena con la sua ampia mano vigorosa e dolce nello stesso tempo, sento quel macigno scivolarmi lentamente dalle spalle e cadere ai miei piedi.
Sì, ora le cose cambieranno e so che tornare a vivere con mio padre e mio fratello è la scelta migliore.
Declan mi prende il viso tra le mani e mi porta a fissarlo.
Mi perdo nel suo sguardo penetrante. I suoi occhi verde smeraldo, uguali ai miei, hanno la capacità di imprigionare e ammaliare chiunque. È impossibile mentire di fronte a lui, anche se, crescendo, ho imparato a tenere certi segreti per me.
«Stai bene? Quel coglione ti ha fatto qualcosa?», si spaventa subito, perforandomi l’anima, scandagliando ogni mio pensiero. Non ho mai pensato che i gemelli possano essere telepatici, ma quando Declan mi guarda in questo modo, ho sempre la sensazione che mi legga dentro.
«Sto bene. James è solo…»
«Non pronunciare quel nome in mia presenza.»
Sorrido clemente, ricordando l’ultima volta che Declan è venuto a trovare me e la mamma a Bedford, nel Kentucky e aveva conosciuto il suo nuovo fidanzato. James si era mostrato gentile e simpatico ma poi si era giocato tutti i punti guadagnati, dicendo che il calcio non può essere paragonato al baseball o al rugby. Per lui, dare calci a un pallone non può nemmeno essere paragonato a uno sport vero e proprio.
Declan, capitano della squadra di calcio del suo liceo, a Richmond, aveva reagito piuttosto male e la cosa era finita con una lite pazzesca e la promessa di Declan di non rimettere più piede in quella casa, finché nostra madre sarebbe rimasta con James.
«Il coglione non è cattivo. È solo stupido e ora ha coinvolto la mamma in un nuovo business: produrre marmellate fatte in casa. Ho sbucciato e tagliato così tanta frutta nelle ultime settimane, da essermi infiammata i polsi.»
«Beh, ora non è più un tuo problema. Adesso sei qui, con me e papà. Potrai riprendere danza e…»
«Il ginocchio non è più come prima», confesso triste. Dopo quel brutto incidente sulla pista di ghiaccio, con la rottura del crociato, non sono più riuscita a muovermi come prima. «Ho lasciato la danza.»
«Non lo sapevo. Pulcino, mi dispiace tanto.»
«Anche a me», sussurro, mentre altre lacrime mi bagnano il volto. Sono a pezzi. Il mio sogno è andato in fumo.
«Sono sicuro che papà conoscerà qualche medico…»
«No, Declan, non voglio più illudermi. Negli ultimi mesi la mamma ha sborsato un patrimonio per portarmi dai migliori specialisti. Ho affrontato così tante visite mediche da perdere il conto. Ora basta. Continuerò a ballare, ma non più a livello agonistico, e con moderazione. Adesso voglio solo concentrarmi sull’ultimo anno di scuola. Voglio diplomarmi a pieni voti.»
«Sono sicuro che non avrai problemi. Sei un genio, pulcino.»
«Cambiare scuola all’ultimo anno non mi è di aiuto. Dovrò mettermi in pari con il vostro programma e farmi accettare dai nuovi compagni.»
«Non ti devi preoccupare. Ti aiuterò io. Sono il capitano della squadra di calcio, la migliore del paese, e ho un certo potere a scuola. Nessuno oserà fare lo stronzo con mia sorella.»
«Non voglio che ti immischi», lo avverto. Da bambini, spesso Declan si era dimostrato eccessivamente protettivo nei miei confronti, soprattutto con i ragazzi.
Il fisico scolpito e da atleta di Declan era sempre riuscito a frenare i maschi che volevano provarci con me.
Anche se siamo gemelli e abbiamo gli stessi occhi e colore castano di capelli, per il resto, siamo molto diversi: io piccola e minuta. Lui alto e possente.
«È necessario porre certi limiti o qualcuno potrebbe approfittarsi di te.»
«Declan, so badare a me stessa.»
«Non con quel nuovo paio di tette che ti ritrovi.»
Arrossisco e mi scosto rapidamente da lui, coprendomi il petto.
«Non sono nuove e non sono affari tuoi.»
«Fino all’anno scorso non ce le avevi. Eri una tavola da surf e ora guardati! Lo porti almeno il reggiseno?»
Le mie guance scottano dall’imbarazzo. Mio fratello mi sta fissando apertamente il seno e continua a fare commenti!
«Da quando ho mollato danza, ho messo su qualche chilo. È il caso di farmelo notare?»
«Sei tu che mi ha sbattuto quelle bocce contro il petto quando mi hai abbracciato!», si giustifica offeso, incrociando le braccia.
«La mamma dice che ora ho un corpo più femminile.»
«Anche troppo.» La voce profonda e rauca di nostro padre mi arriva alle spalle.
Mi volto e vedo la fotocopia di Declan in versione quarantenne venirmi incontro.
«Ciao, papà», lo saluto, andando ad abbracciarlo.
«Scusa se sono arrivato tardi, ma il lavoro…»
«Non fa niente. C’era Declan ad aspettarmi», rispondo un po’ freddamente. Da quando ho scelto di seguire la mamma in Kentucky dopo il divorzio dei miei, i rapporti con mio padre si sono molto raffreddati.
«Declan, mi aspetto che protegga tu tua sorella da quei cretini che cercheranno di portarsela a letto.»
«Papà!», urlo scandalizzata.
«Sono ancora troppo giovane per diventare nonno.»
«Esistono i preservativi per quello.»
«Cos’è? Sei diventata un’esperta?», s’intromette Declan, prendendomi per il collo e scompigliandomi i capelli fino a farmi male.
«Lasciami, idiota!», mi divincolo inutilmente.
«Sei ancora il mio pulcino, vero? O sei diventata una pollastrella che si fa ripassare da tutti?»
Gli rifilo un pugno dritto nello stomaco con tutta la forza che ho, a causa della rabbia che mi ha scatenato la sua insinuazione.
Sono stata solo con un ragazzo, proprio pochi mesi fa. È stata la mia prima volta e ha fatto schifo. Sono addirittura arrivata a fingere un orgasmo per superare l’imbarazzo.
Non ho mai saputo se Pete l’abbia capito, ma poche settimane dopo mi ha mollata per un’altra.
Quella è l’ennesima ragione che mi ha spinta a scegliere di trasferirmi anche se sono all’ultimo anno di liceo.
Così, dopo tre anni di assenza da Richmond, sono tornata.
Non ho più amiche, ma c’è mio fratello e so che su di lui posso contare.
Inoltre, nostra cugina Piper mi ha scritto dopo che le ho detto che sarei tornata in città e mi ha assicurato che ci saremmo divertite.
Non la vedo da anni, ma da bambine, lei stava spesso da noi, dato che i suoi genitori poliziotti erano spesso in servizio. Spero di ritrovare quell’amicizia di un tempo.
«Fleur, sei ancora un pulcino, vero?» La voce seria di Declan mi fa ridestare dai miei pensieri. Sussulto. Quando mio fratello mi chiama con il mio nome, vuol dire che è arrabbiato.
«Sì, certo», mormoro, abbassando lo sguardo dalla vergogna.
«Voglio nomi e cognomi di quei pezzi di merda», mi risponde a bassa voce, portandomi in camera da letto, lontano dalle orecchie di nostro padre che avrebbe fatto una scenata se avesse scoperto la verità. Per lui, una ragazza deve preservarsi fino al matrimonio.
«C’è solo un nome, ma non intendo dirti di chi si tratta.»
«Vuoi partire con il piede sbagliato?», s’innervosisce ancora di più.
«Declan, ti prego. Stavo con questo ragazzo. L’abbiamo fatto. Non è stato un granché e poi ci siamo lasciati.»
«Stai scappando da lui?»
«No, però ha contribuito a portarmi qui.»
«Lo senti ancora?»
«Assolutamente no.»
«Ti devo credere?»
«Sì», affermo decisa, fissandolo dritto negli occhi.
«Ti terrò sotto controllo», decide lui dopo un lungo silenzio.
«Declan, dai…»
«Prova a scoparti uno di quei cazzoni del nostro liceo quest’anno, e faccio un casino.»
«Non sono una che va a letto con chiunque.»
«Bene, dimostramelo», sentenzia, uscendo dalla camera e chiudendo la porta con furia.
Sospiro esausta e mi butto sul letto, soffocando un urlo di frustrazione nel cuscino.
Sono ancora lì a maledirmi per essere un libro aperto per Declan, quando sento qualcuno bussare.
È nostro padre.
«Senti, Fleur, lo so che ormai sei grande e hai bisogno di fare le tue esperienze, ma…»
«Papà…»
«Lasciami finire. Sono sempre stato iperprotettivo con te, perché sei la piccola di casa e…»
«Sono nata solo tre minuti dopo Declan», gli ricordo.
«Sai cosa voglio dire. Tu sei così piccola, rispetto a tuo fratello. Sei il pulcino di casa e l’istinto di proteggerti è qualcosa che va oltre la ragione. Io desidero solo che tu sia felice e che nessuno ti faccia soffrire.»
È da tre anni che mio padre non mi parla in questo modo.
Rimango commossa e sorpresa da questo slancio di affetto.
«Lo so, papà.»
«Non ho ancora ben capito perché hai voluto tornare a vivere con me, ma non m’interessa. Sono solo contento che tu sia qui e quando vorrai dirmi cosa ti sta succedendo, io ti ascolterò. Te lo prometto.»
«Grazie.»
«So che sei una brava ragazza e che stai male da quando hai lasciato la danza per colpa del ginocchio, ma spero tanto che tu possa trovare nuove passioni e nuovi amici. Sei adorabile e dolce con tutti. Sono sicuro che sarai la benvenuta da tutti i tuoi futuri compagni.»
«Lo spero. Domani è il primo giorno di scuola e sono un po’ agitata.»
«Andrà bene, vedrai. Declan mi ha promesso di occuparsi di te, anche se ha già iniziato gli allenamenti e a volte dovrai rimanere da sola.»
«Non sono più una bambina. Me la posso cavare.»
«Io lo so, ma tuo fratello… è complicato.»
«Cioè?»
«Ieri sera abbiamo parlato e mi ha detto che il suo liceo è pieno di ragazzi pronti a portarsi a letto chiunque e ricorrendo anche a metodi subdoli e scorretti.»
«Forse parla per esperienza personale. Non credo che lui sia un santo con le ragazze. Ho visto sui social alcune sue foto e…»
«Tuo fratello è già finito in guai seri molte volte. Il suo posto in squadra è a rischio quest’anno e ora deve rigare dritto, ma ho paura che possa fare qualche sciocchezza per difenderti. Declan non sa cosa siano le mezze misure. È troppo impulsivo e irruente, lo sai.»
«Io non sono come lui.»
«Ne sono convinto. Per questo ti chiedo di non fare nulla che possa mettere in allerta tuo fratello con il rischio che possa commettere qualche idiozia. Un’altra rissa e finisce davanti al giudice e si becca la bocciatura per pessima condotta.»
Sono senza parole.
«Non sapevo che la situazione fosse così grave.»
«Declan non vuole che tu lo sappia, ma penso sia giusto avvertirti. Tuo fratello deve rimanere calmo. Mi ha promesso che si comporterà bene adesso che ci sei tu, ma io temo che tu possa essere l’ennesima scusa per fare a botte con qualcuno o…»
«Ti prometto che terrò sotto controllo Declan e non gli darò motivo di fare stupidaggini. So che è bravissimo a calcio e quest’anno ha la possibilità di ottenere una borsa di studio per il college. Non gli permetterò di mettere a repentaglio il suo futuro.»
«Sapevo che potevo contare su di te, pulcino», mi sorride grato mio padre, uscendo dalla stanza.

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