lunedì 10 settembre 2018

Antifragile. Prosperare nel disordine (Nassim Nicholas Taleb) – recensione

Questo libro offre una nuova visione del mondo. La prospettiva che cambierà le nostre idee sulla società e ispirerà le nostre scelte quotidiane. Ci aiuterà a comprendere come il nostro corpo si protegge dalle malattie e le specie viventi si evolvono, come la libertà d’impresa crea prosperità e il genio si trasforma in innovazione. Ci farà scoprire che se viviamo più a lungo non è la medicina che dobbiamo ringraziare, che meno dati sono disponibili e più un’analisi sarà accurata, e che il naufragio del Titanic ha salvato molte più persone di quante ne abbia fatte annegare. La chiave di tutto è l’antifragilità. Sappiamo che la nostra incapacità di comprendere a fondo i fenomeni umani e naturali ci espone al rischio degli eventi inaspettati. Ma l’incertezza non è solo una fonte di pericoli da cui difendersi: possiamo trarre vantaggio dalla volatilità e dal disordine, persino dagli errori, ed essere quindi antifragili. Il robusto sopporta gli shock e rimane uguale a se stesso, l’antifragile li desidera, e se ne nutre per crescere e migliorare. Medicina, alimentazione, architettura, tecnologia, informazione, politica, economia, gestione dei risparmi: sono solo alcuni dei campi di applicazione pratica in cui Nassim Nicholas Taleb ci accompagna, con l’ironia e la verve polemica che lo hanno reso celebre. Nell’ottica dell’antifragilità, le città-stato funzionano meglio degli stati-nazione, la spontanea confusione dei suk è preferibile all’eleganza formale dei mercati regolati, le grandi corporation sono una minaccia per la società, tanto quanto i piccoli imprenditori ne rappresentano la forza. E per raggiungere un maggior benessere personale e collettivo non è necessario fare sempre di più: meno è meglio. Attingendo da uno sconfinato repertorio di episodi storici, fenomeni biologici e naturali, curiose esperienze personali, unendo la logica matematica alla scettica saggezza degli antichi e allo spirito pratico dell’uomo della strada, Taleb è riuscito nel tentativo di creare una guida eclettica, scanzonata e iconoclasta per orientarsi in un mondo imprevedibile e dominato dal caos, il mondo del Cigno nero. 

RECENSIONE


Premetto che questo libro è stato di difficile lettura e non tutti i concetti esposti sono di facile comprensione, tuttavia il messaggio riesce a passare, ovvero non serve ricercare sicurezze per sentirsi al sicuro, ma è più importante lasciarsi trasportare da ciò che ci rende più fragili per imparare cose nuove e per formarci una corazza antifragile, pronta ad aiutarci ad affrontare l'imprevisto o il problema successivo. Con questa prospettiva, il rischio diventa il pane quotidiano dell'antifragile.
L'autore è talmente convinto che questa garanzia di protezione e sicurezza, che permea la nostra società, è dannosa, che espone i vari settori della nostra società sotto una prospettiva completamente diversa a quella a cui siamo abituati e ci fa comprendere che avere troppi dati alla mano non dà maggiori garanzie ma solo un risultato più approssimativo a causa delle troppe variabili. Quindi meno è meglio. In tutto.
La stessa cosa vale per l'interventismo che caratterizza il mondo occidentale con lo scopo di migliorare la vita dei cittadini. Tuttavia a conti fatti si può notare un decadimento o un peggioramento. Ed è così che oggi abbiamo grandi pianificazioni annuali di urbanistica ma il degrado urbano e i quartieri decadenti sono sempre di più; abbiamo grandi varietà di medicinali ed esami diagnostici preventivi ma le persone sono sempre più malate e le multinazionali farmaceutiche più ricche; abbiamo centinaia di programmi di prevenzione e interventi ambientali ma intanto le catastrofi naturali e il peggioramento ambientale sono in aumento; abbiamo più libri in commercio ma meno lettori e più libri editati male e frettolosamente; abbiamo titoli di studio ma meno pensiero libero; siamo tutti più social grazie a internet, ma in realtà siamo tutti più soli che mai...
Insomma, abbiamo costruito una realtà fatta di ordine, previsioni e calcoli, ma la gente vive sempre di più nell'incertezza, fonte di grandi stress e ansie, perché la società ci ha fatto credere di avere tutto sotto controllo, ma quando ci accorgiamo che non è vero, rimaniamo in balia del cambiamento, incapaci a reagire, perché non ci è stato insegnato ad assumere dei rischi, vivere nel disordine e a essere antifragili.
Solo nell'incertezza, nella volatilità e nel disordine può nascere l'innovazione. Dall'incertezza arrivano più benefici che danni, anche se a noi è sempre stato fatto credere il contrario.
Come scrive Taleb: "Il modo migliore per verificare di essere vivi è controllare se amate i cambiamenti. Ricordate che se non fosse per la fame, il cibo non avrebbe sapore; i risultati sono insignificanti senza sforzi, così come la gioia senza tristezza, le convinzioni senza incertezza e una vita etica senza rischi personali".
Sicuramente questo è un libro da leggere, ma mi chiedo se non sia troppo estremo questo approccio contro ogni istituzione o informazione, perché il risultato di questa mentalità porta inevitabilmente alla perdita totale della fiducia nel sistema.
Noi abbiamo bisogno degli altri, anche se diventiamo antifragili, ma a questo punto mi chiedo come sia possibile? Come si può prosperare ed eliminare la corruzione e tutto ciò che ci limita la libertà di pensiero?
L'unica soluzione è ragionare, mettere in discussione ogni cosa, essere consapevoli che in ogni previsione o teoria c'è sempre qualche errore di calcolo ed essere pronti ad affrontare l'incertezza. 

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