Gli anni migliori della nostra vita e le gaffes che fanno sprofondare, gli incontri con le persone curiose e con quelle pazze, i dialoghi surreali con i bambini di quattro anni e una poesia dedicata alla parmigiana di melanzane, le radicali differenze tra una serata tra amiche e una tra amici, la lettera di insulti al capufficio (mai spedita) e le grandi categorie dell'umanità, l'atmosfera del vecchio bar e l'arancione del mangiadischi Penny, i lavori che si possono fare in mutande e un'ode ai vegani: "Il gusto delle piccole cose" è un centrifugato di vita, una raccolta di situazioni e riflessioni che ha un unico obiettivo: la riscoperta della spensieratezza. Centosessantadue raccontini che sono un balsamo per le ferite dei tempi difficili. Se una risata può seppellire, un sorriso può far risorgere.
RECENSIONE
Il sottotitolo di quest'opera è "Breve manuale di spensieratezza".
Io direi "Breve manuale per innervosire il lettore", perché di spensierato o simpatico non ho trovato nulla, ma di irritante e pronto a ridicolizzare le persone con le loro fisime e i loro ideali, beh, per quello ce n'è in abbondanza. 122 pagine di prosa e poesie in cui si alleggeriscono certi argomenti come il fumo che nuoce alla salute, il veganesimo, le decine di ricette e pasti riportati... ma in modo tale da renderli insulsi, noiosi e irritanti.
Non mi è piaciuto e non ho nemmeno capito il nesso tra le varie storielle ammassate tra loro.
Inoltre, mi sta bene la spensieratezza, ma un filino di messaggio educativo o morale non sarebbe stata una cattiva idea.
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