Premessa: perché “scrittrici” e non il più generico “scrittori”?
Per tre motivi: sono una scrittrice (quindi questo articolo vale anche per me) ma mi occupo anche di valutazione di romanzi per una casa editrice, sono una femminista (quindi “Potere alle Donne!”) e perché tutti gli errori riportati li ho solo visti fare alle autrici e mai agli autori (sarà la Sindrome dell’Ape Regina?)
Facebook e altri social sono spesso invasi da post di scrittrici arrabbiate o piagnucolanti che si sfogano con i loro amici virtuali su quanto il mondo sia ingiusto e cattivo per colpa delle recensioni negative che ricevono, che finiscono sempre per dare vita a una guerra contro recensori che spesso vengono accusati erroneamente di essere fake o invidiosi o altro.
Ciò che permette di coltivare questo campo minato sono proprio i Mi piace di Facebook che, se sono appena una decina quando si parla di un complimento o una bella notizia, diventano centinaia quando si parla di cattiverie, malattie, morti e quant’altro.
Si dice che le cattive notizie si diffondano 8 volte più velocemente di quelle buone e da ciò che si può vedere sui social, direi che è vero.
Ma passiamo agli errori.
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