3. ACCUSARE DI INVIDIA TUTTI I RECENSORI CHE DANNO VOTI NEGATIVI
Un giorno una mia amica ha partecipato a un’accesa
discussione su una recensione negativa a un’autrice molto popolare.
Le ho chiesto se aveva letto il romanzo dato che aveva
insultato chi aveva recensito.
Mi ha risposto di no, ma che quell’autrice era una garanzia
ed era ovvio che fosse solo un’altra autrice invidiosa a scrivere una cosa
simile per denigrarla.
Io avevo letto quel romanzo e condividevo ogni singola
parola della recensione, ma mi ero tenuta le opinioni per me dato che immaginavo
di venire aggredita anch’io.
Alla fine la mia amica ha letto il romanzo e mi ha detto di
averlo trovato carino (ma non spettacolare).
Io ci avrei dato 2 stelle e lei 4.
Stesso libro. Opinioni diverse.
Ci sta.
È legittimo.
Allora perché bisogna venire massacrate per aver espresso la
propria opinione e insultate da una marea di gente di esser invidiosa e
invitata a evitare di pubblicare una recensione negativa, della serie “Se il
libro ti piace, lo scrivi. Se non ti piace stai zitta”.
Viviamo in un paese fondato sulla democrazia ma poi siamo i
primi a chiedere la censura!
Ma sapete cos’ha ottenuto questa scrittrice?
Pubblicità, visibilità, aiuto da parte delle sue amiche che
per proteggerla sono corse a lasciare recensioni fake ma positive a 5 stelle
(la mia amica inclusa) e una posizione migliore su Amazon per un paio di
giorni.
Quindi è un meccanismo che funziona? Sì.
Aspetti negativi? La perdita della dignità e della
reputazione.
Sì, ma chi se frega se
dopo puoi entrare nella Top100 di Amazon e restarci per qualche giorno, anche
se dopo 3 mesi sarai dimenticata insieme al tuo romanzo, no?
Peccato che riguadagnarsi la reputazione non sia così facile
ma te ne accorgi solo quando arrivi a risultati da “Grande Scrittore”.
Il punto è: come vuoi essere ricordata tra trent’anni? Cosa
vorresti che venisse detto di te in qualità di scrittrice?
Nessun commento:
Posta un commento